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Coronavirus, "caccia" al farmaco che ferma il virus

14/04/2020 - Cresce il numero di molecole in sperimentazione sia in Italia che all'estero

Covid-19    

Aumentano le molecole in sperimentazione in Italia e all'estero per contrastare Covid-19 in quella che si rivela una caccia senza sosta per trovare una terapia. Spesso si tratta di medicinali già usati per altre malattie e che hanno già dimostrato di essere utili contro il virus. L'Agenzia italiana per il farmaco (Aifa) ha appena dato il via libera a uno studio sull'eparina a basso peso molecolare su 300 pazienti. In Cina questo farmaco (enoxaparina sodica) ha superato già alcuni test contrastando la fase iper-infiammatoria della patologia, la più pericolosa per il paziente. Ma i segnali positivi non bastano e sono necessari ulteriori test per valutare benefici ed effetti avversi.

Fra le novità c'è anche ruxolitinib, già impiegato in campo ematologico, per il quale l'Aifa ha appena approvato un protocollo per l'uso compassionevole. L' idea è capire se possa essere usato nei pazienti con insufficienza respiratoria che non hanno bisogno di ventilazione assistita. Se questo trattamento riceverà il via libera dell'Aifa, potrebbe contrastare episodi di reazioni infiammatorie severe, riducendo così il numero di persone che finiscono in terapia intensiva.
Contro la polmonite
La Commissione scientifica di Aifa sta valutando anche l'uso di opaganip, una cura antinfiammatoria e antivirale ancora in fase di sperimentazione. Sarebbe utile contro le infiammazioni polmonari, in particolare la polmonite. La molecola è già usata "per uso compassionevole" in Israele e potrebbe essere introdotta anche nel nostro paese con la stessa finalità.

Può essere invece già usato in Italia il remdesivir, l'antivirale sperimentale prodotto negli Stati Uniti. Utilizzato originariamente per trattare i casi di Ebola, ha ottenuto l'autorizzazione dal Comitato tecnico-scientifico dell'Aifa e dal Comitato etico dell'Istituto nazionale per le malattie infettive Spallanzani e può essere usato su tutto il territorio nazionale. Mentre ha già ricevuto l'ok dell'Aifa, il tolicizumab contro l'artrite reumatoide, sperimentato per combattere le complicanze da Covid 19 all'Ospedale Pascale di Napoli.

La cura giapponese
L'Aifa ha approvato anche la sperimentazione in Italia del farmaco giapponese Avigan, già avviata in Veneto e Piemonte. Mentre è di pochi giorni fa il "Sì" dell'Aifa a un nuovo studio clinico in quattro grandi ospedali italiani. Valuterà l'efficacia e la sicurezza di due farmaci biologici in uso per patologie autoimmuni, anakinra ed emapalumab, nel trattamento delle complicanze da Covid-19. Da poco è stato invece bocciato un farmaco anti-Hiv (combinazione anti-Hiv Lopinavir/Ritonavir), usato in molti ospedali italiani sui pazienti più gravi.
Secondo uno studio cinese su 199 persone affette da Covid19, nei 28 giorni di terapia non ci sono stati benefici significativi tra i 99 pazienti sottoposti alla terapia.

Lo studio sui convalescenti
Intanto l’Istituto nazionale malattie infettive dell'ospedale Spallanzani di Roma e Toscana Life Sciences di Siena hanno avviato un progetto che punta a usare le risorse dei pazienti convalescenti per trovare una terapia. L’idea è clonare gli anticorpi monoclonali delle persone che stanno guarendo. Ma non si tratta del solo studio che usa questo approccio, sperimentato anche dall'azienda farmaceutica Kedrion Biopharma.

Molto si sta facendo anche in materia di test diagnostici: al Policlinico San Matteo di Pavia è stato completato un nuovo test sieorologico per rilevare la presenza di anticorpi nei pazienti infettati. L'azienda farmacologica DiaSorin che ha sostenuto lo studio sta ora cercando di ottenere il marchio Ce e l'autorizzazione della Food and Drug Administration (Fda) entro la fine del mese.


Allarme clorochina
Mentre uno studio brasiliano con la clorochina è stato interrotto per motivi di sicurezza dopo una serie di aritmie e problemi cardiaci su alcuni partecipanti allo studio, l'uso esteso di clorochina e idrossiclorochina, come profilassi e trattamento per il Covid-19, è stato promosso, tra gli altri, dal presidente americano Donald Trump e da quello brasiliano Jair Bolsonaro (ma scoraggiato ufficialmente dall'Accademia brasiliana di scienze brasiliana e dall'Accademia brasiliana di medicina). La paura degli esperti riguarda gli effetti collaterali dei due farmaci, principalmente per i pazienti con malattie cardiovascolari, diabete e cancro, i gruppi più vulnerabili al coronavirus. E un allarme su questo stesso trattamento con antimalarici a base di clorochina o idrossiclorochina, arriva anche dalla Francia. Nei pazienti con Covid-19 avrebbero provocato disturbi del ritmo del cuore e arresti cardiaci, causando in alcuni casi la morte dei pazienti.


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